La vita e la carriera

Giovanni Fattori

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Giovanni Fattori è tra i più illustri esponenti della corrente artistica dei macchiaioli (così chiamati perché le pennellate erano sintetiche o a macchie di colori spesso con accostamenti stridenti) e con i suoi consigli spronò il giovane Amedeo Modigliani a seguire la sua predisposizione artistica, permettendogli di sviluppare il suo stile personale che lo distinguerà sempre.
Fattori insegnava all’Accademia di Belle Arti di Firenze ma ogni tanto tornava a Livorno per vedere gli allievi della scuola di Micheli, che era stato suo allievo. Micheli è un tipico pittore dell’Ottocento, con un approccio all’insegnamento ben preciso e regole specifiche da far seguire, che basava i suoi insegnamenti sulla pittura dal vero e sulla pittura di paesaggi. Probabilmente proprio per questi motivi Micheli non comprendeva gli esercizi artistici di Modigliani: si racconta che un paesaggio realizzato dal giovane Modigliani, una stradina di campagna che il ragazzo aveva privato della vegetazione e immerso in una fitta nebbia, fu criticato da Micheli mentre fu apprezzato da Fattori, che comprese che si trattava di una interpretazione e non del semplice riportare su tela quello che aveva visto. Fattori capiva i giovani e sapeva distinguere il talento al primo sguardo, comprendendo chi tra i giovani artisti che incontrava si sarebbe potuto distinguere e avere successo.

Carlo Pepi, collezionista e grande esperto di Modigliani, racconta un episodio significativo: Modigliani aveva mostrato a Fattori un ritratto del figlio di Micheli, che sembrava quasi una fotografia in bianco e nero. Fattori non ebbe una reazione positiva e il giovane Dedo ne rimase stupito. Quando andò a chiedere spiegazioni a Fattori, il maestro gli rispose che in quel ritratto aveva solo fatto sfoggio delle sue capacità, ma non aveva interpretato. Al contrario, ciò che lo aveva invece colpito positivamente nel paesaggio contestato da Micheli era che non aveva seguito la strada indicata dal maestro ma era stato se stesso, dimostrando di aver capito che cos’era l’arte: genialità e interpretazione.