La vita e la carriera

La famiglia

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Amedeo Modigliani nasce a Livorno il 12 luglio 1884, è il quarto figlio di Eugenia Garsin e Flaminio Modigliani. I Garsin erano una famiglia ebrea sefardita, molto colta e istruita, di condizione agiata ma con difficoltà a gestire il denaro. I Modigliani erano una famiglia livornese molto in vista, anch’essi ebrei, con un grande talento per gli affari.
La nascita di Dedo, come veniva chiamato in famiglia, coincide con un crollo finanziario: al dissesto economico che i Garsin già stavano attraversando, si unisce il fallimento dell’impresa di Flaminio.

Se la figura paterna sembra essere poco presente nella vita di Amedeo, saranno figure della famiglia Garsin ad essere particolarmente importanti nella sua formazione e nel suo percorso futuro: la madre Eugenia, il nonno Isacco e lo zio Amedeo.La madre grazie alle lezioni private che impartiva, alla scuola materna ed elementare che aveva fondato e alla sua attività di traduttrice e critica letteraria (sotto pseudonimo) riuscì a risollevare la situazione economica della famiglia, dimostrando cultura e capacità pratiche.
Grazie alle lezioni che la madre teneva a casa, Dedo fu istruito da lei e crebbe in un ambiente molto colto e intellettuale. Fu molto vicina a Amedeo, era probabilmente il suo preferito e il loro rapporto non poté che rafforzarsi durante le varie malattie che colpirono il figlio fin dall’infanzia.

Dedo passava inoltre molto tempo con il nonno, Isacco Garsin, uomo molto coltocosmopolita e intellettuale appassionato. Era la figura maschile più presente nella vita del giovane Amedeo e insieme facevano lunghe passeggiate per la città, in cui il nonno parlava di storiafilosofiapoesia. Questi discorsi dovettero fare breccia nel giovane Amedeo, che infatti fu fin da piccolo soprannominato il Filosofo per i suoi discorsi ricchi di citazioni e rimandi intellettuali.

Una figura altrettanto importante soprattutto dal punto di vista economico, fu lo zio Amedeo, il fratello di Eugenia, che grazie ai suoi successi finanziari supportò il nipote in molte occasioni, ad esempio fornendo il denaro per il viaggio di salute che Eugenia e Dedo fecero nel 1900 nel Sud Italia e consentendo al nipote di potersi iscriversi all’istituto di Belle arti di Venezia.